L'intercettazione e i dubbi sulla leadership

Massimo Bordin
Note a margine sulle 116 richieste di archiviazione nell’inchiesta “Mafia Capitale” presentate dalla stessa procura che l’inchiesta aveva avviato con formidabile sostegno mediatico.

Note a margine sulle 116 richieste di archiviazione nell’inchiesta “Mafia Capitale” presentate dalla stessa procura che l’inchiesta aveva avviato con formidabile sostegno mediatico. Occorre comunque fare mente locale su un aspetto. Il processo che si sta svolgendo continuerà con gli stessi imputati, gravati dalle accuse contestate loro nel rinvio a giudizio, e arriverà a sentenza. Quel processo però non sarà più lo stesso. L’atmosfera creata dall’immagine della piovra che con i suoi tentacoli strangola la città della grande bellezza, evapora come i capi di imputazione archiviati dall’accusa dopo l’indagine parallela al dibattimento. Un solo caso, una sola richiesta di archiviazione, più di articolate considerazioni generali, può forse valere da esempio.

 

Di più, forse basta una intercettazione, a suo tempo largamente pubblicizzata e che avrebbe dovuto mettere in guardia da ricostruzioni che equiparavano Roma a Palermo. Qui l’avete letta a suo tempo corredata da una interpretazione che solo questo giornale ha consentito. In un’auto, corredata da microspie del ROS all’insaputa degli occupanti, dialogano padre e figlio. Leonardo Diotallevi chiede a suo padre Ernesto “a’ papà, ma qua il capo chi è ?”. La risposta è indicativa: “Che te devo di’? Tecnicamente so’ io, ma…”. Ecco. Un’organizzazione mafiosa degna di questo nome, e dunque del conseguente capo di imputazione previsto dall’articolo 416 bis del codice penale, non funziona così. A un dubbio del genere deve necessariamente fare seguito un bagno di sangue per dirimere i dubbi intorno alla leadership. Se non succede, come in effetti non è successo, potremo parlare di una associazione a delinquere ma non di mafia, il cui potere di intimidazione, peculiare e terribile, vige nei rapporti interni prima ancora di rivolgersi all’esterno. Se nelle carte processuali non c’è qualcosa che contraddica quell’intercettazione e l’impressione che lascia, la richiesta di archiviazione per Diotallevi a proposito di 416 bis era l’unica soluzione possibile.

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