Mori e l'aurea dei “servizi deviati”

Massimo Bordin
C’è un aspetto particolare nel processo conclusosi l’altro ieri con la conferma dell'assoluzione del generale Mori e del colonnello Obinu. Il procuratore generale Scarpinato aveva presentato un corposo dossier sul periodo trascorso da Mori nei primi anni 70 nei servizi segreti.

C’è un aspetto particolare nel processo conclusosi l’altro ieri con la conferma dell'assoluzione del generale Mori e del colonnello Obinu. Il procuratore generale Scarpinato aveva presentato un corposo dossier sul periodo trascorso da Mori nei primi anni 70 nei servizi segreti. Questa rubrica ne ha parlato a suo tempo e nell’archivio del Foglio troverete il racconto di come quel dossier falsasse sostanzialmente il ruolo di Mori in antiche vicende relative alle faide dell’epoca nei servizi, alla strategia della tensione e perfino a Licio Gelli. In realtà la questione finì praticamente per non porsi nel dibattimento perché la corte d’Appello respinse quella richiesta di nuove acquisizioni presentate dalla procura generale.

 

Sul momento appariva logico commentare la decisione come una sonora sconfitta dell’accusa. Oggi però viene da pensare che forse sarebbe stato meglio che il dibattimento, nel confronto fra le parti, ne discutesse a fondo. Infatti di quelle carte è rimasta l’impressione prodotta dai titoli vistosi di due giornali, Il Fatto e Repubblica, e sulla base di un dossier non esaminato a Mori resta comunque l'aura dei “servizi deviati”. Con i quali all'epoca nulla c’entrava. Miracoli illusionistici della produzione in edicola di atti giudiziari respinti in tribunale.

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