La condanna (a parole) del mondo arabo agli attacchi di Bruxelles

Massimo Bordin
L'imam dell'Università del Cairo e la Lega araba condannano gli attacchi a Bruxelles, ma solo a parole.

“Se la comunità internazionale non si unisce per affrontare questa epidemia, i corrotti non si fermeranno dal commettere crimini efferati contro gli innocenti”. A parlare così degli attentati di Bruxelles è l’imam dell’Università di al Azhar, dal Cairo. E’ la massima religiosa sunnita e chiama i terroristi jihadisti “corrotti” perché secondo la sua dottrina “diffondono la corruzione sulla terra”. Certo, all’imam che invoca l’unità della comunità internazionale, e alla Lega Araba che condanna gli attentati di Bruxelles, si può rispondere che finora dagli stati arabi poco si è visto in termini di contrasto alla non irresistibile forza militare dell’Isis e molto invece si è sospettato su appoggi e finanziamenti al Califfo da parte di alcuni paesi del golfo.

 

Ma le parole, pesanti, dell’imam egiziano si possono ritenere sincere. Non fosse altro perché generate dal timore. Ma l’Egitto è il paese in cui è stato ucciso recentemente il giovane Giulio Regeni e dove il regime fa sparire gli oppositori. Purtroppo anche la convinzione che l’attacco non provenga da tutto il mondo islamico non aiuta la soluzione del problema, che è il mondo islamico e quello che succede al suo interno.

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