Si apre la battaglia sull'aborto negli Stati Uniti
Iniziate alla Corte suprema americana le audizioni per decidere se ribaltare Roe v Wade. Anche se i giudici sono in netta maggioranza conservatori, l'esito appare incerto
La Corte suprema americana ha iniziato ieri le audizioni del caso Dobbs vs Jackson Women’s Health Organization. In gioco c’è una legge dello stato del Mississippi, approvata nel 2018 e bloccata da una corte federale, che proibisce gli aborti dopo la quindicesima settimana. Il Mississippi chiede ora che i nove giudici riconoscano l’applicabilità della legge, il cui primo effetto sarebbe il ribaltamento della sentenza Roe vs Wade che nel 1973 legalizzò l’aborto in tutti gli Stati Uniti. Il Mississippi, se inizialmente puntava solo al riconoscimento della propria legge, ora chiede infatti di cancellare totalmente la sentenza del ’73. I legali dello stato hanno già detto che “nella Costituzione, nella struttura, nella storia e nella tradizione degli Stati Uniti non c’è nulla che sostenga il diritto” all’interruzione di gravidanza. Il segretario alla Salute, Thomas Dobbs, ha fatto sapere che in caso di esito favorevole l’aborto sarebbe dichiarato illegale tout court, salvo i casi in cui fosse in pericolo la vita della donna.
L’esito è incerto. Se è vero che i giudici sono in netta maggioranza conservatori (sei contro tre), è arduo immaginare ora come potrebbero schierarsi. Un solo voto appare certo per il fronte pro life, ed è quello di Clarence Thomas che più volte in passato ha pubblicamente sostenuto la necessità di superare la Roe v Wade. Brett Kavanaugh (uno dei tre nominati da Donald Trump) pare dello stesso avviso: ieri ha ricordato che la Corte può ribaltare i verdetti precedenti. Secondo gli osservatori, anche Amy Coney Barrett si esprimerebbe a favore delle tesi del Mississippi. In ogni caso, come ha sottolineato il Washington Post, al di là di una possibile svolta epocale sull’aborto, il rovesciamento della Roe vs Wade (o anche solo di una sua parte) suggellerebbe il trionfo della battaglia ingaggiata quarant’anni fa dalla corrente giuridica testualista che considera necessario applicare la Costituzione così come è scritta, senza alcuna interpretazione.
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