I cromosomi mentono al gender, ma se ne hai uno in più ti abortisco

Giulio Meotti

Il più noto biologo ateo al mondo è stato cancellato per aver criticato il “culto del transgenderismo”. Ora che spiega perché si dovrebbero abortire i bambini con la sindrome di down non rischia niente

Il mese scorso Richard Dawkins Dawkins, il più noto biologo ateo al mondo, si è visto ritirare dall’Associazione umanista americana il premio “Umanista dell’anno” venticinque anni dopo per aver criticato il “culto del transgenderismo” che incoraggia i bambini a diventare fluidi. “Usi la parola ‘maschio’ quando sei un biologo nel caso dei mammiferi per chi ha cromosomi XY e ‘femmina’ per i cromosomi XX. Non andrai lontano come biologo se inizi a scherzare con generi fluidi e cose del genere. Questa non è biologia”. Pochi giorni fa, Dawkins è tornato a far parlare di sé. 


In un’intervista podcast con il giornalista Brendan O’Connor, il padre di un bambino con la sindrome di Down, Dawkins ha spiegato perché si dovrebbero abortire i trisomici: “La quantità di sofferenza nel mondo aumenta rispetto ad avere un altro bambino che non ha la sindrome di Down…”. O’Connor interrompe Dawkins e gli chiede come faceva a sapere che ci sarebbe stata meno sofferenza. Dawkins ha risposto: “Non lo so per certo. Mi sembra plausibile. Probabilmente aumenteresti di più la quantità di felicità nel mondo avendo un altro figlio. Se fossi una donna con un feto affetto da sindrome di Down abortirei. Se no, buona fortuna a voi, è la vostra decisione”. O’Connor: “Pensi che sarebbe immorale non farlo?”. Dawkins: “Sarebbe saggio e sensato”. 


Il 6 e 7 luglio, l’Alta Corte di Inghilterra e Galles si occuperà dei bambini Down. Heidi Crowte, affetta da questa comune disabilità, si batte contro la loro soppressione autorizzata dalla legge britannica attraverso l’aborto fino alla nascita. Il governo dovrà dimostrare che abortire i  Down non li discrimina. “La legge è ingiusta” ha detto Crowte. “Mi fa sentire come se non dovessi esistere, come se avessi dovuto morire. La politica dice che è normale che un bambino con sindrome di Down venga ucciso prima di nascere”. Con lei c’è anche Máire Lea-Wilson, la madre di Aiden, nato due anni fa e che per tre volte i medici si erano offerti di abortire. Crowter e Lea-Wilson si chiedono: “Tollereremmo questa disuguaglianza se sostituissimo la disabilità con un’altra caratteristica protetta come il genere?”. 


L’organizzazione Don’t Screen Us Out - che fa campagne contro i programmi per facilitare l’eliminazione dei bambini non ancora nati con la sindrome di Down - ha lanciato una petizione chiedendo che l’editore di Dawkins, Penguin Random House, “smetta di pubblicare i suoi libri”. La scorsa settimana, Lynn Murray, la cui figlia Rachel è Down e che gestisce la campagna Don’t Screen Us Out, ha detto: “I suoi editori dovrebbero stare con le persone con sindrome di Down, sostenere le proprie politiche di uguaglianza e tagliare i legami con il professore, le cui opinioni disinformate sulla sindrome di Down sono  fuori sincronia con gli standard  odierni di uguaglianza e diversità”. La petizione è stata firmata da uno dei principali editorialisti scozzesi, Kevin McKenna, che ha una nipote Down. 


Non è d’accordo Dominic Lawson, padre di una figlia trisomica e che sul Daily Mail di ieri scriveva: “Penguin ha poco di cui preoccuparsi in questo caso poiché la moderna sinistra non considera la discriminazione contro i nascituri. Provo una certa rabbia per l’opinione di Dawkins che mettere al mondo una persona come mia figlia sia ‘immorale’. Ma non conquisterai coloro che potrebbero essere d'accordo con Dawkins cancellando la sua opera”. Il punto è proprio questo. 


Che a nessuno nel mainstream verrebbe mai in mente di chiedere di boicottare Dawkins perché vuole eliminare  i bambini trisomici. E’ in nome dello stesso umanesimo “inclusivo” che si cancella  chi afferma l’esistenza dei cromosomi XX e XY e chi ne ha uno di troppo.
 

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.