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La Danimarca verso una società “senza bimbi Down”

Giulio Meotti

Il Copenhagen Post ha rivelato che nell'ultimo anno sono nati solo 18 bambini con la sindrome. “Eradichiamo una intera categoria di persone”

Roma. “Presto nascerà l’ultimo bambino danese affetto da sindrome di Down”. Questo fu l’annuncio, otto anni fa, del quotidiano danese Berlingske. Venne fissata anche una data nella quale la sindrome sarebbe scomparsa dal paese: 2030. “Merito” della grande spinta in avanti del governo danese, che nel 2004 aveva stabilito come un diritto l’eliminazione dei “difettosi”, rendendo gratuito per tutte le donne il ricorso alla diagnosi prenatale, che in molti paesi è tale soltanto oltre una certa età. Un anno dopo era già nato il 61 per cento di bambini Down in meno rispetto agli anni precedenti. Da allora, il numero è precipitato.

    

Il totale di bambini nati con sindrome di Down in Danimarca continua a diminuire e siamo ora al “punto più basso mai registrato da quando il paese ha avviato un registro della sindrome di Down nel 1970”. Il Copenhagen Post ha rivelato che solo 18 bambini sono nati con la sindrome di Down nell’ultimo anno, secondo il Registro centrale di citogenetica del paese. Nel 2016 erano nati 24 bambini con sindrome di Down. Inoltre, sempre nell’ultimo anno, sono nati solo sette bambini con sindrome di Down diagnosticata durante la gravidanza, ovvero di cui i genitori erano a conoscenza. I restanti undici nati hanno avuto la fortuna di non essere diagnosticati prima della nascita.

    

“Quando riusciremo a identificare tutti i feti con sindrome di Down, ci avvicineremo a una situazione in cui quasi tutti saranno abortiti”, ha spiegato Lillian Bondo, presidente dell’Associazione delle ostetriche. Il 98 per cento delle donne incinte a cui è stato diagnosticato il rischio di sindrome di Down ha scelto di abortire. Niels Uldbjerg, professore presso il dipartimento di Ginecologia all’Aarhus University Hospital, commenta che è un “risultato straordinario” che il numero di neonati con sindrome di Down si avvicini allo zero. In un nuovo sondaggio, che Epinion ha fatto per il canale Dr, sei danesi su dieci rispondono che è positivo che non nascano più bambini Down. “Non dovremmo avere condizioni simili all’igiene razziale”, ha detto al Berlingske Ulla Brendstrup, che è la madre di un bambino con sindrome di Down. “Scegli specificatamente un handicap. Qual è il prossimo? Saranno i bambini con diabete?”. La vicina Svezia non è ancora a questo punto. Pur con il doppio della popolazione (cinque milioni i danesi, dieci milioni gli svedesi), il numero di bambini con sindrome di Down nati in Svezia è di circa 180 all’anno. La Danimarca si sta muovendo verso una società senza persone con sindrome di Down.

   

“La moderna tecnologia medica utilizzata negli esami di massa delle donne incinte indica che le persone con sindrome di Down non dovranno quasi mai nascere in futuro”, scrive Berge Solberg, professore di Etica medica sul Nordic Journal of Applied Ethics. “Come medico cattolico, in questo sviluppo vedo una minaccia per l’umanità”, commenta John-Erik Stig Hansen, medico e direttore del Centro nazionale di biosicurezza. Stig Hansen rileva “una connessione molto problematica tra diagnosi prenatale e movimento pro-eutanasia”.

    

“Stiamo eradicando un particolare gruppo di persone in Danimarca”, dice al Foglio Ellen Højlund Wibe, a capo dell’Associazione diritto alla vita (“Retten til Liv”). Usa il verbo “eradicare” come se fosse la poliomelite, ma con l’aborto assieme alla malattia nel caso della sindrome di Down si elimina anche il portatore. “E’ molto triste quanto sta succedendo”, ci dice Wibe. “La Danimarca è numero uno al mondo in questo trend. Il secolarismo nella società qui è profondo, siamo una società post-cristiana. Quella che era una possibilità, la scelta della donna, è diventata la cosa giusta da fare. Questa è la grande rivoluzione di una società che anela alla ‘perfezione’. Il bambino con la sindrome di Down non rientra in questo quadro. E’ diventato naturale, quasi obbligatorio, avere un aborto in sua presenza. Forse soltanto dei genitori con forti convinzioni etiche in futuro daranno ancora alla luce bambini con questa sindrome se diagnosticata. Ma spero in una reazione umanitaria”. Il canale tv Dr2 ha trasmesso un documentario, Død over Downs, la morte sui Down.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.