Donald Trump (foto LaPresse)

Anche Trump offre il suo aiuto per salvare il piccolo Charlie Gard

Redazione

Il presidente americano raccoglie (con astuzia) l'appello di Papa Francesco: “Così come il Pontefice e i nostri amici nel Regno Unito, sarei felice di aiutare il piccolo Charlie”

Anche Donald Trump offre il suo aiuto per il piccolo Charlie Gard, il bambino di 10 mesi affetto da una rara malattia genetica che, secondo i medici, andrebbe staccato dalle macchine che gli consentono di vivere. La Corte dei diritti dell'uomo di Strasburgo si è già espressa contro la volontà dei genitori, che vorrebbero tenerlo in vita e portarlo negli Stati Uniti per tentare di curarlo con una terapia sperimentale. In un primo momento sembrava che i trattamenti dovessero essere interrotti venerdì scorso. Ma poi i dottori dell'ospedale di Great Ormond Street, hanno deciso di concedere a Chris Gard e Connie Yates qualche giorno in più da trascorrere con il piccolo Charlie.

 

Da allora gli appelli a favore del bambino e le offerte di aiuto si sono moltiplicate. Proprio venerdì, in un tweet, era stato Papa Francesco a sottolineare che “difendere la vita umana, soprattutto quando è ferita dalla malattia, è un impegno d'amore che Dio affida ad ogni uomo”. Mentre domenica, in un comunicato ufficiale, la Santa Sede aveva fatto sapere che il Pontefice "prega per i genitori e spera che il loro desiderio di accompagnare e prendersi cura del loro bambino non sia ignorato”. Ed è proprio alle parole di Francesco che (con una certa astuzia) fa riferimento Trump: “Così come il Papa e i nostri amici nel Regno Unito, sarei felice di aiutare il piccolo Charlie”.

  

 

Intanto dall'Italia arriva la disponibilità dell'Ospedale pediatrico Bambino Gesù: “Siamo vicini ai genitori nella preghiera e, se questo è il loro desiderio, disponibili ad accogliere il loro bambino presso di noi, per il tempo che gli resterà da vivere”. Disponibilità che, per ora, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin commenta senza sbilanciarsi: “Noi come governo non diciamo niente. Questa è una valutazione che attiene ai medici e alla famiglia. Ma se dovesse arrivare in Italia daremo il supporto necessario. Questa è una cosa che riguarda il Bambino Gesù, che si muoverà, è una valutazione che faranno loro dal punto di vista tecnico. Noi assistiamo tanti pazienti in condizioni disperate da tutto il mondo. Però queste sono sempre valutazioni tecniche”.

 

I genitori di Charlie hanno raccolto con il crowdfunding 1,3 milioni di sterline proprio per tentare tutte le cure che potrebbero permettere al piccolo di sopravvivere.

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