Il piccolo Charlie Gard (foto Facebook)

L'ospedale inglese nega il trasferimento del piccolo Charlie al Bambino Gesù

Redazione

Il presidente dell'ospedale pediatrico romano, Mariella Enoc: “Sono stata contattata dalla mamma del bambino, ma ci dicono che, per motivi legali, non si può trasferire”. Il Vaticano "farà il possibile per superare gli ostacoli"

Nonostante la disponibilità del Bambino Gesù Charlie Gard non potrà essere trasferito a Roma. A dirlo è Mariella Enoc, presidente dell'ospedale pediatrico romano, che racconta di aver ricevuto una telefonata dalla mamma del bambino inglese di 10 mesi. La vicenda del piccolo, che è affetto da una rara malattia genetica, è diventata di pubblico dominio quando i medici, nonostante la volontà contraria dei genitori, hanno chiesto di staccare le macchine che al momento consentono a Charlie di vivere. Sull'argomento, dando ragione ai dottori, si è espressa anche la Corte europea dei diritti dell'uomo. Attualmente, però, il piccolo Charlie è ancora ricoverato nell'ospedale londinese di Great Ormond Street, che ha rifiutato un possibile trasferimento. Dal Papa a Donald Trump, fino al Bambino Gesù, in tanti si sono offerti di aiutarlo, e in serata il cardinale Pietro Parolin ha ribadito l'impegno del Vaticano. "La Santa Sede farà il possibile per superare gli ostacoli legali che non consentono il trasferimento del piccolo Charlie Gard", ha detto Parolin, "è importante offrire tutta l'accoglienza" al piccolo Charlie e ai suoi genitori "perchè proseguano le cure". 

 

“Sono stata contattata dalla mamma di Charlie, una signora molto determinata, che mi ha chiesto di verificare la possibilità che questa cura venga fatta, i nostri medici stanno approfondendo questa possibilità - racconta Enoc -. Però l'ospedale ci ha detto che il board per motivi legali non può trasferire il bambino da noi. È difficile dire se c'è accanimento terapeutico o no mi astengo da ogni giudizio, dico solo che noi possiamo accogliere qui il bambino e accompagnarlo come ci ha chiesto la mamma. Ma il board dell'ospedale di Londra dice che non si può”.