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barbari foglianti

Qualcuno era lepenista

Roberto Maroni

C'è chi saliva sul palco dell'allora Front National con la maglietta "Basta Euro", e poi si dimenticava del federalismo. Ora il partito di Marine è nel panico, nonostante la promessa di riscatto alle presidenziali

Il re, anzi, la regina, Marine Le Pen. La sua sconfitta alle elezioni francesi è clamorosa: nessuna regione vinta, nonostante i sondaggi la dessero addirittura trionfante nella sua Provenza. Una pessima notizia per il suo partito (Rassemblement National) e soprattutto non di buon auspicio in vista delle elezioni che il prossimo anno eleggeranno il nuovo inquilino dell’Eliseo. Domenica la Le Pen ha minimizzato, promettendo di continuare a lavorare sodo per le presidenziali. Ma nel suo partito c’è il panico. E pensare che qualcuno qui da noi, fino all’altro ieri, era l’alfiere del lepenismo, guardava più alla Le Pen che al federalismo. Ecco l’analisi che Mauro Zanon fa su questo giornale: “Sono ormai lontani i tempi in cui Marine Le Pen invocava a gran voce la Frexit subito dopo la Brexit, e altrettanto remoti i tempi in cui Matteo Salvini saliva sul palco dell’allora Front National a Lione, con la maglietta ‘Basta Euro’, incitando la platea frontista contro il SuperStato europeo, il pensiero unico e il furto della sovranità”. La Le Pen ha poi tentato di spostare il suo Front National al centro, ottenendo un risultato paradossale: il partito fa meno paura ai moderati, ma la sua base ha preferito restare a casa e non votare per un partito troppo moderato. E non va meglio all’avversario numero uno della pasionaria d’oltralpe, il presidente Macron: il suo partito è stato umiliato, finendo in quarta posizione. Idee troppo confuse? Ma va, è la politica, bellezza! Stay tuned.

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