La sede della Bce (foto LaPresse)

Abbasso la Troika

Roberto Maroni

Sulle coperture è una sfida che fa tremare le vene ai polsi, ma talvolta accade che chi parte sfavorito ribalti il pronostico e stupisca la platea

E’ nato il governo giallo-verde. Archiviate speranze e delusioni, ora chi ci governa è chiamato a mantenere gli impegni presi in campagna elettorale. Sulle coperture è una sfida che fa tremare le vene ai polsi, ma talvolta accade che chi parte sfavorito ribalti il pronostico e stupisca la platea. Mi auguro sinceramente che ciò avvenga, perché il “contratto di governo” prevede una redistribuzione di ricchezza così generosa che neppure il mago Berlusconi ha mai neppure immaginato. Gli esperti del Corriere la riassumono così: “Per il 2019, accanto ai 5 miliardi che servono per rendere più flessibile la legge Fornero sulle pensioni e ai 2 per rafforzare i centri per l’impiego funzionali al reddito di cittadinanza, ci sono anche 12,4 miliardi da trovare per impedire che l’Iva salga. Col rifinanziamento di sanità, missioni di pace ed emergenza sisma, la manovra 2019 già lievita a 25 miliardi. Tutto questo senza tener conto della flat tax, che vale almeno una quarantina di miliardi”. Totale: 65 miliardi. E dove li troviamo? Escludendo déjà-vu tipo spending review, escludendo tagli impossibili a sanità e welfare, escludendo (ci mancherebbe) la patrimoniale, resta una strada da imboccare, ardua ma molto sexy politicamente parlando: rompere il patto con l’Europa e aprire la guerra sui conti con Bruxelles. Grande rilievo mediatico, esito molto incerto. Qui si vedrà se il “governo del cambiamento” avrà la forza di cambiare gli schemi o se invece (speriamo di no) prevarrà la Troika. Stay tuned.

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