Foto LaPresse

Salvini e Di Maio, Tempesta e Impeto

Roberto Maroni

Comunque vada, nella politica italiana si è ormai affacciato il nuovo Sturm und Drang

Ciò che è successo in questi giorni in Parlamento è davvero l’inizio della Terza Repubblica? Forse. Quello che è certo è che è finita la Seconda. E secondo molti è finita la Repubblica di Silvio Berlusconi. “Matteo Salvini si è preso il centrodestra, e sotto la sua guida è nato il partito unico della coalizione: niente più Forza Italia”. Parole di un osservatore attento, Carmelo Lopapa su Repubblica. Ancora più sferzante uno che il Cavaliere lo conosce bene, Vittorio Feltri su Libero: “Berlusconi è un politico terminale destinato alla marginalizzazione, non ne azzecca più una neanche per caso”. Ecco, sarà una legislatura “appesa al bacio tra Salvini e Di Maio”, profetizza il mio direttore su questo giornale. Un governo dei due vincitori, che però dovrebbe risolvere un rebus irrisolvibile: trovare coperture spaziali per il reddito di cittadinanza, l’abolizione della legge Fornero e la flat-tax. Parliamo oltre 60 miliardi. Tradire le promesse elettorali non va bene, più facile per Salvini (pensano alla Lega) giocarsela con elezioni anticipate in autunno, con una legge elettorale con premio di maggioranza alla (nuova) lista unica tra Forza Italia e Lega: Forza Lega, appunto. Uno scenario eccitante per i due vincitori, mortale per la coppia degli sconfitti Berlusconi-Renzi. Comunque vada, nella politica italiana si è ormai affacciato il nuovo Sturm und Drang, Tempesta e Impeto: Salvini e Di Maio, i due giovani leader che interpretano, semplicemente, il divenire naturale della vita. Stay tuned.