(foto Ansa)

Bandiera Bianca

Schlein irride la "monarchia illuminata". Ma forse dovrebbe cambiare idea

Antonio Gurrado

Non solo quelle ancora in giro per l'Europa. Anche la forma di monarchia illuminata settecentesca a ben vedere istituì le banche rurali, introdusse l'obbligo scolastico, eliminò i privilegi feudali. Quasi un riformismo di sinistra

Già, perché non la monarchia illuminata? Una volta tanto mi vedo costretto a dare ragione a Elly Schlein, e pazienza se la sua domanda sulle riforme istituzionali intendeva essere provocatoria o retorica. Le monarchie illuminate oggi in giro per l’Europa possono essere considerate l’avanguardia della sinistra, o quanto meno il contesto in cui la sinistra è riuscita a realizzare riforme che in Italia si sogna. In Svezia, sotto l’illuminata dinastia dei Bernadotte, si è affermata la socialdemocrazia. In Olanda, sotto l’illuminata dinastia degli Orange-Nassau, vige la liberalizzazione delle droghe leggere e un disinvolto relax sulle faccende genitali. Il Belgio, sotto l’illuminata dinastia dei Sassonia-Coburgo-Gotha, è diventato centrale nell’Unione Europea.

Per non parlare del Regno Unito, che sotto Elisabetta II ha visto la schiacciante vittoria del New Labour, né della Spagna dei Borbone e di ¡viva Zapatero! A ben guardare è sempre stato così. Credo infatti che con “monarchia illuminata” Elly Schlein intendesse riferirsi al fenomeno settecentesco che gli storici definiscono ora “dispotismo illuminato” ora “stato paternalistico”. Ovvero quando Federico II di Prussia istituì le banche rurali, introdusse l’obbligo scolastico, riformò la giustizia semplificando i processi; o quando Maria Teresa d’Austria riformò il fisco, eliminò i privilegi feudali, creò le scuole pubbliche. Ma sai che quasi quasi?

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