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Bandiera Bianca

Una proposta a Valditara per i giovani teppisti: non fateli lavorare, fateli pagare

Antonio Gurrado

Il ministro del Merito ha proposto i lavori socialmente utili per gli studenti che mancano di rispetto o compiono atti di violenza. Punirli in questo modo appare in tutta sincerità ridondante. Ma c'è un'alternativa

Ho un rilievo di metodo da sottoporre al ministro del Merito. Giuseppe Valditara ha proposto i lavori socialmente utili per gli studenti che si macchino di mancanza di rispetto o, peggio, di atti di violenza nel corso dell’orario scolastico. La casistica è più che abbondante – di tanto in tanto uno dei filmati che circolano sui social finisce sui giornali, tutti si indignano per qualche giorno e poi si dimenticano fino al filmato successivo – ed è pressoché interamente concentrata negli istituti tecnici e professionali.

 

Scuole insomma i cui allievi già lavorano o sono già orientati al lavoro; punirli facendoli lavorare sembra francamente ridondante. A meno che dietro questa proposta apparentemente di destra non si celino solide convinzioni di sinistra: che il lavoro nobiliti, che l’uomo (a ogni età) sia intrinsecamente buono, che si debba trovar modo di estrarne la bontà inducendolo ad attività benefiche, che la redenzione sia inevitabile per chi si rende utile per la società… Tutti nobilissimi intenti ma che, nel mondo reale, risulterebbero inefficaci nell’immediato e troppo sbilanciati su un lungo termine edenico.

 

Mi permetto quindi di avanzare una proposta di metodo al ministro del Merito: anziché far lavorare i giovani teppisti, farli pagare. Multe a loro e multe ai genitori. Multe per gli insulti agli insegnanti, per le risse coi compagni, per le bravate riprese con lo smartphone. Prima o poi finiranno i soldi; o, più probabilmente, la finiranno loro.

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