Amsterdam, Christie’s mette all’asta la parure di zaffiri della figlia adottiva di Napoleone I (LaPresse) 

bandiera bianca

I "gioielli importanti" e le altre parole indemoniate

Antonio Gurrado

Ormai termini come “resilienza”, “laico” o “barra dritta” si sono impossessate del lessico medio e vengono utilizzate indipendentemente dal contesto e dal significato

Mi cattura l’occhio l’annuncio di un’asta dove verranno messi all’incanto, leggo, “gioielli importanti”. Inutile dire che “importante” è una di quelle parole indemoniate – come “resilienza”, “laico” o “barra dritta” – che si sono impossessate del lessico medio e vengono utilizzate indipendentemente dal contesto e dal significato. Pazienza, lo so, non vorremo mica pretendere che adesso gli italiani parlino italiano.

Ma la nozione di gioielli importanti mi affascina e mi ipnotizza, mi induce a ipotizzare grandi colpi criminali in cui i ladri rubino i gioielli della corona, selezionando solo quelli importanti; mi permette di visualizzare la scena in cui Cornelia indica i Gracchi dicendo “Questi sono i miei gioielli” e una voce fuori campo le domanda: “Ma sono importanti?”.

Allo stesso modo quest’asta di gioielli importanti mi lascia presagire che altrove, parallelamente, si tenga un’asta di gioielli trascurabili, gioielli negletti, gioielli di cui non frega niente a nessuno: vien quasi vogli di andar lì a scoprire se li vendano agli acquirenti che presentano l’offerta più bassa oppure a quelli che pagano di più la casa d’aste affinché se li tenga.

 

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