Vittorio Emanuele III assiste insieme a Benito Mussolini alle grandi manovre militari (LaPresse)

bandiera bianca

Il fatale '22

Antonio Gurrado

Corsi e ricorsi? È facile cedere alla tentazione di lamentare che da oggi tutto sarà diverso, coi poteri accentrati in mani che molti trovano preoccupanti

Certo, sarebbe facile quest’oggi lasciarsi prendere dal panico e gridare al lupo, fasciarsi la testa a priori e lanciare l’allarme per la democrazia solo perché il popolo italiano ha ancora una volta mostrato en masse la propria fascinazione per un leader forte, secondo un carattere nazionale che rimonta ai Cola di Rienzo e ai Masaniello per poi mantenersi costante nei secoli. Sarebbe facile cedere alla tentazione di lamentare che da oggi tutto sarà diverso, coi poteri accentrati in mani che molti trovano preoccupanti.

 

Bisogna tuttavia fare lo sforzo di ricordare che viviamo in democrazia, e che per questo le nostre istituzioni sono dotate di anticorpi e contrappesi finalizzati all’autosalvaguardia. Basta consultare il calendario delle prossime scadenze per rendersi conto che, anzitutto, oggi non è successo niente. Sarà infatti solo a partire dal 10 ottobre che i nuovi eletti potranno ritirare il proprio pass per il Parlamento.

 

E la prima convocazione delle Camere non arriverà prima del 13 ottobre, con l’elezione di quei baluardi che sono il presidente del Senato e il presidente della Camera. Ci vorrà ancora un paio di giorni perché i parlamentari scelgano, in completa autonomia, i gruppi di appartenenza. Dopo di che trascorrerà una decina di giorni per l’indizione delle consultazioni, che non saranno sbrigative e dureranno circa una settimana.

 

Sarà quindi solo all’altezza del 30 ottobre, in questo fatale ’22, che il nuovo presidente del Consiglio dei ministri, sospinto dal volere degli italiani, salirà al Quirinale per ricevere ufficialmente il mandato a governare dalle mani del Capo dello Stato, Sua Maestà Vittorio Emanuele III.

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