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Bandiera Bianca

Quel dissidio tra La Rappresentante di Lista e Salvini

Antonio Gurrado

La polemica sull'esegesi di "ciao ciao" che implica significati politici poco affini al leader della Lega e il diritto di Taylor Swift a scrivere canzoni talmente banali da non poter essere frutto di un plagio

In Italia dobbiamo accontentarci: abbiamo tutt’al più la polemica fra Salvini e La Rappresentante di Lista sull’esegesi di “Ciao ciao”, da cui emerge che il ritornello della canzoncina in questione – ove si ripete venti volte “ciao ciao”, per complessivi quarantuno “ciao” (l’ultimo essendo dispari) – implica in realtà diversi livelli di lettura, la cui stratificazione include anche l’apocalisse climatica e le tensioni geopolitiche, come nemmeno un editoriale dell’Economist.

 

L’errore di Salvini è stato dunque non pensare che un motivetto spensierato potesse essere anche musica impegnata, e La Rappresentante di Lista lo ha prontamente rivendicato. In America, saranno più progrediti, si divertono meglio di noi. Lì hanno infatti il contenzioso fra Taylor Swift e il gruppo 3LW riguardo alle parole di “Shake it off”, in cui viene ripetuto venti volte “shake it off”. Nel 2017 le 3LW avevano adito le vie legali perché i versi di Taylor Swift – “Players gonna play, play, play, play, play / and the haters gonna hate, hate, hate, hate, hate” – non sarebbero del tutto alieni dal “The playas gon’ play /them haters gonna hate”, ripetuto solo otto volte in un loro brano.

 

Avevano perso la causa ma adesso ci riprovano in appello, e Taylor Swift si difende facendo leva sulla decisione del giudice di primo grado, secondo cui “il testo è troppo banale per essere stato copiato”. È bello sapere, almeno in estate, che ci sono cantanti pronti a lottare per difendere il diritto a essere cretini.

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