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Bandiera bianca

I maturandi preferiscono i libri che non hanno mai letto

Antonio Gurrado

All'esame di maturità in pochi hanno scelto Verga e Pascoli, che sono in programma. In compenso molti altri si sono lanciati con gran disinvoltura sui testi recenti, come il libro della Segre, che probabilmente non conoscevano. Proprio come avrebbe fatto un adulto

Lasciatevelo dire da me che ne ho visti a bizzeffe, seduti ricurvi sul banco, con la mano sinistra a distendere la carta e la destra aggrappata a una delle dieci penne che hanno portato per sicurezza; concentrati e intenti come non mai ma al contempo rispettosi dell’aura istituzionale che per la prima volta li avvolge; timorosi di ogni azione, che domandano se possono piegare il foglio in due, se possono prendere appunti, se possono usare la penna blè, se possono andare in bagno prima che siano trascorse sei ore, se possono financo respirare, terrorizzati all’idea che un vizio di forma conduca irrefragabilmente all’annullamento della prova d’esame.

Li vedete così e capite che non importa quanto indolente e stronzo possa essere stato un alunno durante l’anno, quanto il suo intelletto bovino meriterebbe meno la bocciatura che la retrocessione, o quanti sacramenti avete tirato nell’alzarvi in tempo per l’interrogazione della prima ora salvo scoprire che, per futili motivi, l’interrogando non s’è presentato. Quando vi trovate lì volete solo soccorrerli, essere al posto loro, caricarvi del loro fardello e incitarli a scappare fuori per spassarsela sotto il sole. Non potete, però; quindi traete auspici dalle loro schiene, passate fra i banchi per cercare segni di vita, scrutate fra le zazzere alla ricerca di una riga, di una parola che riveli se il tema sta andando male o così così.

 

Poi tornate a casa sperando bene e, nell’attesa del giudizio, controllate le statistiche: Verga, che è in programma, lo scelgono in pochi. Pascoli, che è in programma, quasi nessuno. Mentre la traccia basata su “La sola colpa di essere nati” di Gherardo Colombo e Liliana Segre riscuote notevole successo, e in tantissimi affrontano il saggio Longanesi di Vera Gheno e Bruno Mastroianni su tecnologia e iperconnessione. Allora vi tranquillizzate e, intenerendovi, pensate che stanno proprio diventando adulti, se già parlano con tanta disinvoltura di libri che non hanno letto mai.

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