(foto Ansa)

bandiera bianca

Ci mancavano solo le quote di genere nel mondo dei manichini

Antonio Gurrado

Una ricerca dell’università di Plymouth suggerisce di introdurre nei crash test delle automobili dei manichini donna. Ma allora perché non anche dei manichini trans, cisgender e non binari?

Basta, dare notizie sul passato! Iniziamo a dedurne qualcuna sul futuro, è più interessante. Ad esempio: una ricerca dell’università di Plymouth suggerisce di introdurre nei crash test delle automobili dei manichini donna. Ed è una rara buona notizia per questo 2022: i dati dimostrano che la conformazione femminile è differente da quella maschile e bisogna tenerne presente nelle simulazioni di incidente stradale, introducendo le quote rosa nel mondo dei manichini.

Nel 2023 quindi si porrà il problema di come considerare i manichini genderfluid, quelli maschi su cui sono state montate delle caratteristiche femminili. Nel 2024 scoppierà il caso del manichino che si identifica come manichina. Nel 2025 la legislazione sarà aggiornata per rendere obbligatoria la presenza a bordo, nel corso dei crash test, di un manichino maschio, un manichino femmina, un manichino trans m to f, un manichino trans f to m, un manichino cisgender, un manichino genderqueer, un manichino non binario, un manichino nativo americano two-spirit, un manichino pangender e un manichino che si identifica di volta in volta in un genere diverso rispetto a quello che gli altri manichini pensano di attribuirgli.

Di conseguenza, la capienza minima delle autovetture sarà innalzata a nove passeggeri più il conducente. Nel 2026 partirà un movimento per la liberazione dei manichini femmina, biecamente sfruttati nella simulazione di incidenti stradali causati dal patriarcato dei manichini. Infine, nel 2027 si deciderà per quieto vivere di sostituire i manichini nei crash test con dei più pacifici esseri umani. Tutti maschi.

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