Arsenico e vecchi merletti, film del 1944 diretto da Frank Capra e basato sull'omonima commedia di Joseph Kesselring 

bandiera bianca

Come ammazzare il marito... e vivere felici

Antonio Gurrado

Una moglie siciliana avvelena il consorte che non riusciva a darle figli. Se la cava coi domiciliari perché nel frattempo ha avuto un bambino da un altro

Mi hanno raccontato che nel Seicento, in Italia meridionale, si verificò una moria di mariti. Da Roma a Palermo si era creata una consorteria di signore che smerciavano veleni a mogli infelici, talché all’improvviso diventassero vedove moderatamente soddisfatte. Ai giorni nostri se ne parla come di eroine protofemministe: del resto, all’epoca, il potere del maschio sulla femmina era così insindacabile e odioso che ogni mezzo per uscirne ci appare lecito. E pazienza se, fra le centinaia e centinaia di vittime, qualche marito innocente sarà pur cascato; si trattava di un piccolo male per un grande bene.

 

È di ieri invece la notizia della condanna di una moglie siciliana, rea di aver versato cianuro nel bicchiere del marito. Motivazione singolare: non riusciva a darle figli. Circostanze ancor più singolari: la signora se la cava coi domiciliari perché nel frattempo ha avuto un bambino da qualcun altro (come dire: cornuto e ammazzato). Ma soprattutto singolarissima scelta: oggidì abbondano gli strumenti per disfarsi di un marito in modo incruento, non sta a me elencarli. Tuttavia qualcosa, in una decisione così drastica, potrebbe derivare dalla convinzione che siamo tornati a un’epoca in cui il dominio del maschio sulla femmina è ancora insindacabile e odioso; convinzione dettata dallo stillicidio di notizie sul #metoo, morbose paginate su gelosi violenti, l’aggravante del femminicidio, la retorica sul fatto che se governassero le donne la pace sarebbe assicurata, roboanti elogi alla maggiore abilità femminile…

   

A una lettura superficiale, se ne potrebbe dedurre che noialtri maschietti siamo tutti molestatori persecutorii e assassini, per giunta guerrafondai e incapaci di allacciarci le scarpe. Può succedere dunque che una moglie si confonda e, credendo di vivere nel Seicento, si procuri del veleno per far fuori il marito. Altro che domiciliari; io sarei per l’assoluzione piena.

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