BANDIERA BIANCA

Contro il climate change rimettiamo in circolazione anche l'uomo della preistoria

Antonio Gurrado

Riportare in vita il mammut costerà quindici milioni di dollari. L'impresa verrà realizzata da un gruppo di ricercatori e servirà a "combattere il cambiamento climatico". Ma allora perché limitarsi?

La notizia fa sensazione ma sotto sotto non sono sorpreso. I ricercatori di un’azienda di bioscienze e genetica hanno ottenuto un finanziamento da quindici milioni di dollari per rimettere in circolazione il mammut, animale che stando alla Treccani andava per la maggiore nel paleolitico ma si è estinto verso la fine del pleistocene. Gli scienziati spiegano che è una buona notizia perché – no, non si tratta della hybris capricciosa di un multimiliardario – i mammut possono contribuire a combattere il cambiamento climatico: ad esempio, “sradicando alberi, compattando il suolo e convertendo i paesaggi in praterie”.

La nostra salvezza climatica passa dunque da Jurassic Park; ce ne faremo una ragione. Eppure una notizia così eclatante non mi sorprende, anzi la sentivo nell’aria da un bel po’: da anni ci ripetono che per combattere il cambiamento climatico dobbiamo smettere di mangiare bene, smettere di produrre, smettere di consumare, smettere di viaggiare, smettere di usare l’elettricità, smettere di lavarci… Insomma, per combattere il cambiamento climatico bisogna rimettere in circolazione un contemporaneo del mammut, anche lui estinto da tempo: l’uomo preistorico.

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