Bandiera Bianca

Brucia Pineta Mussolini

Antonio Gurrado

Nel comasco c'è un'area che porta il nome del fratello di Benito, riscoperta in questi giorni a causa di un incendio. Immancabile la polemica, ma intitolare un albero è come lottizzare il mare o multare una stella

Buonasera, sono un albero. Tranquilli, non sono ancora bruciato; però il solito incendio-si-sospetta-di-natura-dolosa ha appena fatto fuori alcuni dei miei vicini qui a Sormano, presso Como, e immancabile è scoppiata la polemica. Non tanto per l’incendio in sé quanto perché l’area bruciata si chiama Pineta Mussolini ed è intitolata proprio al fratello di quello lì, lo stesso al quale quell’altro vuole intitolare non so cosa – perdonate la vaghezza ma alle mie sensibili fronde le notizie giungono confuse e distanti a causa del vento. Peggio ancora, fino a poco fa non si sapeva che questa pineta fosse intitolata al Mussolini minore, salvo poi scoprire un cippo con la dedica onomastica risalente al 1932. Io sono dunque stato per circa novant’anni intitolato al fratello di un dittatore senza che nessuno lo sapesse ma, soprattutto, senza che io ci facessi caso. C’ero prima, ci sono adesso e ci sarò anche dopo, se il fuoco mi risparmia. Molto di rado il vento porta notizie del genere alle mie fronde e io mormoro fra me e me dell’assurda pretesa di voler intitolare a qualcuno una pineta, un giardinetto o foss’anche una piantina; perché la memoria umana dura molto meno della vita vegetale e perché non c’è battesimo che possa circoscrivere la potenza della natura che si esprime dal fondo delle mie radici alle punte miei rami. Intitolare un albero è come lottizzare il mare o multare una stella. Questo mi dico mentre svetto immobile sul mutevole tempo degli uomini ma nessuno mi ascolta; sono troppo alto.

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