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Bandiera bianca

Il punk è morto ieri: la musica dei Sex Pistols finirà in una serie Disney

Antonio Gurrado

Un tribunale inglese ha dato torto al frontman del gruppo, Johnny Rotten, che si era opposto all'utilizzo delle canzoni della band per uno sceneggiato tv. La spuntano gli altri membri, con l'appoggio degli eredi di Sid Vicious

Il punk non è finito nel 1979, quando i Sex Pistols si sono disciolti, e nemmeno nel 2008, quando hanno smesso di celebrare occasionali concerti; il punk è finito ieri, con la sentenza di un tribunale inglese relativa alla causa intentata da ciò che resta dei Sex Pistols al signor John Lydon, meglio noto come Johnny Rotten. Come in tutte le controversie, i fatti sono squallidi: Johnny Rotten si era opposto all’utilizzo delle canzoni del gruppo nella colonna sonora di uno sceneggiato tv prodotto dalla Disney ma gli altri membri hanno fatto prevalere un precedente accordo secondo cui le decisioni al riguardo potevano essere assunte con voto favorevole dalla maggioranza semplice dei componenti, supportati in ciò dall’assenso dei rappresentanti legali degli eredi di Sid Vicious.

Man mano che scrivo mi domando quali siano le parole meno anarchiche e meno punk di questa storia: “rappresentanti legali degli eredi di Sid Vicious”, “sceneggiato tv”, “maggioranza semplice dei componenti” o “Disney”. O forse più triste ancora è il fatto che, dopo averci illusi che “there’s no future”, i Sex Pistols ci hanno rivelato invece che il futuro esiste, ed è questo.

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