BANDIERA BIANCA

Il cafone digitale è bipartisan

Antonio Gurrado

Nel vasto mare della rete il bon ton non esiste e serve a poco dire "l'incivile è di destra". Note a margine per Paola Turci

L’altra sera si è accesa la tv ed è apparsa Paola Turci. Lamentando (ben a ragione) l’inciviltà di chi le aveva rivolto insulti non so più su quale social, ha fatto notare un dettaglio: ci ho fatto caso, ha detto grossomodo, quelli che insultano online sono sempre tutti di destra, sono tutti sempre della Lega.

 

 

Si tratta di un meraviglioso esempio di frase contemporaneamente vera e falsa. È vera in quanto suffragata dall’evidenza: Paola Turci viene insultata, va a controllare i profili e scopre che i cafoni, gli ottusi e i frustrati provengono tutti da quella parte politica. È falsa in quanto Paola Turci sembra non venire sfiorata dal sospetto che tutti i cafoni, gli ottusi e i frustrati che la insultano appartengano alla parte politica che lei avversa, e si sentano in diritto di insultarla per questo. Da animo nobile non pensa che, se pure alcuni cafoni ottusi e frustrati fossero d’accordo con lei, perché dovrebbero palesarsi insultandola?

 

Presumo inoltre sia sensato congetturare che, qualora Paola Turci esprimesse idee di segno opposto, ricaverebbe la convinzione che tutti i cafoni, gli ottusi e i frustrati che la insultano appartengano all’altra parte politica. Ad esempio, a me pare di ricordare che sui social i sostenitori del Movimento 5 Stelle non siano tanto avvezzi a spedire fiori e cioccolatini all’avversario di turno.

 

 

Credo comunque sia una istintiva forma di autodifesa; un modo per non rassegnarsi al dato di fatto che cafoni, ottusi e frustrati sono in agguato dietro ogni angolo, dietro ogni schermo, dietro ogni simbolo.

 

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