Siamo tutti Giuseppe Parini

Antonio Gurrado

Un sindaco vuole dedicare a Bettino Craxi una piazza intitolata al poeta, ma la cittadinanza insorge. Ovvio, gli italiani si farebbero ammazzare piuttosto che veder tramontare la fama di un personaggio così importante

Onore a noi italiani, che preserviamo la memoria degli antichi. Mi riferisco in particolare agli italiani che sono insorti contro quel sindaco che vuole cambiare il nome di una piazzetta intitolata a Giuseppe Parini e dedicarla a Bettino Craxi. No, gli è stato risposto, Parini non si tocca. Gli italiani sono infatti grandi appassionati di letteratura del Settecento e a tutt’oggi “La salubrità dell’aria” e “L’innesto del vaiuolo” sono in cima a tutte le classifiche; le radio trasmettono a ciclo continuo il discorso pronunciato dal Parini all’apertura della cattedra di belle lettere alle Scuole Palatine di Milano; mentre i più assatanati sono giunti all’eccesso di farsi tatuare sullo sterno il nome di Ripano Eupilino. Gli italiani si farebbero ammazzare piuttosto che veder tramontare di un millimetro la fama del nostro più grande poeta civile, cantore della riforma morale dell’animo patrio, campione dei nostri più profondi ideali. Bravi, italiani. Il nostro patrimonio, i nostri valori, i nostri maestri non si toccano. Resta solo il mistero del perché, subito dopo la morte del Parini, a causa di una disattenzione le sue ossa finirono in una fossa comune così che a tutt’oggi non si sappia dove sia sepolto. Sarà stato perché all’epoca il Parini era un antico ancora troppo nuovo.    

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