Il sessismo come goliardia

Antonio Gurrado

Il vicesindaco di Biella ha commentato il risultato in Emilia-Romagna con un post che non fa ridere. Si fosse limitato a un'analisi politica invece di fare il verso a Ceccherini

Il vicesindaco di Biella è stato accusato di sessismo per aver commentato così su Facebook le elezioni di domenica: “Vincere in Emilia è un po' come quando vuoi trombarti 20 ragazze nuove e visto che non te la da nessuna ti accontenti dell’unica che ormai te la da da anni”. Testuali parole. Poi, incalzato dalle critiche, si è scusato dicendo che l’intento del post era “goliardico” e aveva soltanto “fatto una battuta”. Ora, facciamo un esperimento. Per vedere se l’unico problema del post è il sessismo, condoniamoglielo convertendo la frase al maschile: “Vincere in Emilia è un po' come quando vuoi trombarti 20 ragazzi nuovi e visto che non te lo da nessuno ti accontenti dell’unico che ormai te lo da da anni”. Ecco, evidentemente c’è ancora qualcosina che stona. Anzitutto, la battuta non si capisce subito, non ha ritmo né arguzia, non fa ridere. È un effetto collaterale del fatto che, sui social, chiunque si sente opinionista brillante per il solo fatto che può pubblicare tutto ciò che gli passa per la testa. I vicesindaci dovrebbero lasciare le battute ai comici. Poi, il post si colloca su un piano sghembo rispetto al contesto, dando per scontato che sia necessario buttarla in caciara: invece da un politico, pensate un po', è legittimo aspettarsi un commento politico anziché la metamorfosi in Ceccherini. Infine, avrete notato che dal post manca qualcosa di fondamentale: gli accenti. Per il vicesindaco non c’è differenza fra “dà” verbo e “da” preposizione. Purtroppo nessuno gli ha chiesto lumi al riguardo: se il suo sessismo era goliardia, magari si scopriva che l’aggressione alla grammatica era una sofisticata sperimentazione letteraria.

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