Il Duomo di Firenze (foto LaPresse)

La polemica sul cassonetto intelligente davanti al Duomo di Firenze

Antonio Gurrado

E' otto volte più capiente dei consueti cestini, comprime automaticamente la spazzatura, è alimentati da pannelli solari. Ma qualcuno storce il naso

A Firenze qualcuno si è irritato perché è comparso un cassonetto fosforescente davanti al Duomo. Si tratta in realtà di un cestino per la spazzatura di quelli cosiddetti "intelligenti": otto volte più capienti dei consueti cestini, comprimono automaticamente la spazzatura man mano che viene gettata, vengono alimentati da pannelli solari, segnalano ai passanti se hanno ancora spazio e, con un ingegnoso sistema wireless, chiedono di essere svuotati avvertendo direttamente i netturbini. Qualche retrogrado storce il naso e si chiede se fosse il caso di installarne uno proprio vicino a un inestimabile patrimonio dell'umanità. A pensarci bene, tuttavia, anche il cassonetto intelligente e fosforescente è un monumento: a imperitura memoria testimonia che l'uomo è ciò che consuma, risolve tutta la propria vita nell'immanenza e ha come unico dovere quello di non lasciare traccia. Tutto il contrario della chiesa, che è stata eretta in secoli meno illuminati di questo per testimoniare che l'uomo è ciò a cui anela, trae il senso della propria vita dalla trascendenza e ha come primo dovere quello di lasciare buona traccia di sé. Trascinato dallo spirito del tempo, prima o poi qualcun altro protesterà perché a Firenze c'è un Duomo proprio davanti al cassonetto.

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