Mark Zuckerberg (foto LaPresse)

Con Libra diamo un prezzo alle nostre anime

Antonio Gurrado

La criptovaluta di Zuckerberg conferma che ai social appartiene il potere spirituale, alle piattaforme di profili virtuali abbiamo appaltato la gestione della nostra essenza più intima e immateriale

C’è chi dice si chiami Libra per via della libbra, unità di misura dell’Impero romano, c’è chi dice si chiami Libra, cioè bilancia, per sfottere i gemelli Winklevoss che con lui fondarono Facebook. Fatto sta che la criptovaluta di Zuckerberg conferma ciò che vado dicendo da tempo: ai social appartiene il potere spirituale, alle piattaforme di profili virtuali abbiamo appaltato la gestione della nostra essenza più intima e immateriale. Basta leggere la definizione ufficiale: Libra è “una moneta globale e una infrastruttura finanziaria”, né più né meno delle indulgenze che, fino a cinquecento anni fa, erano impalcatura economica di una gerarchia incrollabile nonché valuta di scambio universale e duttile. C’è chi dice una cosa, c’è chi dice l’altra, io avanzo quest’ipotesi millenarista: Libra si chiama così perché il valore che saremo persuasi ad accordarle sarà la bilancia su cui verranno pesate le nostre anime.

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