Buone ragioni per proibire il calcio sopra i ventun anni

Il Mondiale under 20 è uno spettacolo fantastico. E sulla buona caratura tecnica generale s'innestano meraviglie che sono destinate a sparire una volta che i ragazzi crescono

Antonio Gurrado

Proibite il calcio sopra i ventun anni. Sky sta trasmettendo dalla Polonia il Mondiale under 20 ed è uno spettacolo fantastico: sulla buona caratura tecnica generale s'innestano meraviglie destinate a sparire crescendo, come l'attaccante norvegese che segna nove volte in una partita sola o calciatori italiani con lembi di pelle non ancora ricoperti dall'inchiostro. Paiono inoltre assenti ostilità e acrimonia in campo e sugli spalti, mentre si resta colpiti dalle esultanze: le patetiche coreografie o i gesti polemici lasciano spazio alla corsa scomposta con le braccia levate perché si è contenti di aver fatto goal, gesto che reputavo disperso nelle pieghe dell'archeologia calcistica. Proibite il calcio sopra i ventun anni, dunque. Noi spettatori vedremmo partite più solari, più aperte, e i calciatori brucerebbero le loro fulminee carriere nell'entusiasmo dionisiaco anziché nel livore di dover amministrarsi in vista di giorni migliori o nel timore che il futuro non riservi abbastanza al loro talento. Dopo di che, avrebbero tutto il tempo per poter vivere davvero.

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