Una donna al corteo dello scorso marzo contro la discriminazione razziale di Torino (foto LaPresse)

Come funziona la nuova Italia che fa del razzismo un vanto

Antonio Gurrado

Una ragazza figlia di un'ugandese risponde all'annuncio di una casa in affitto “solo per italiani” specificando che è "un po' scuretta". “Qua siamo italiani, razzisti e fascisti", è la risposta

Una ragazza di Livorno cerca casa a Pisa e i proprietari si rifiutano di affittargliela. Fin qui sarebbe folclore, se non che la ragazza è di madre ugandese. Le cronache riportano che ha tentato un esperimento sociale proponendosi come inquilina previa specificazione del colore della pelle (“un po' scuretta”, ha scritto) e le è stato risposto che non le avrebbero concesso l'affitto e di non rompere l'anima (anzi i coglioni), perché “qua siamo italiani, razzisti e fascisti se lo vuoi sapere. Viva l'Italia!”. Fin qui sarebbe cupissima ordinaria amministrazione: siamo diventati una nazione così e tutt'al più la novità è che, anziché vergognarcene, ce ne vantiamo. Il dettaglio rilevante è tuttavia che, nella giusta e diffusa reazione di sostegno che l'episodio ha scatenato, qualcuno abbia insinuato che la ragazza se la fosse andata a cercare, rivelando il proprio colore della pelle: insomma, se la figlia di un'ugandese dichiara di essere un po' scuretta, vuol dire che sta provocando. Peccato l'abbia fatto in quanto l'annuncio immobiliare recava la dicitura “solo per italiani”. Morale della favola: superior stabat lupus, ed era italiano.

Di più su questi argomenti: