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Cento uomini possono non bastare. E vi faccio causa (per amore)

Antonio Gurrado

Un tribunale inglese ha riconosciuto a una donna un risarcimento di circa quindicimila euro perché una costosissima agenzia d'incontri non era riuscita a trovarle un compagno

A una donna inglese è stato riconosciuto un risarcimento di circa quindicimila euro perché la costosissima agenzia d'incontri cui era iscritta non è riuscita a trovarle un uomo all'altezza delle sue aspettative. Vertiginose, ovviamente: bello, intelligente, onesto, elegante, simpatico, ricchissimo e così via.

 

Lungi dall'indagare se un uomo così perfetto esista davvero (io medesimo devo rivelarvi di non essere ricchissimo), la giustizia si è invece concentrata su un mero calcolo numerico. Per quanto infatti l'agenzia vantasse una clientela esclusiva inevitabilmente ristretta, il giudice ha ritenuto che un novero di soli cento uomini iscritti fosse insufficiente a garantire di trovare fra questi quello ideale.

 

La logica segue invece una strada che la giustizia ignora, dimostrando che se una donna cerca l'uomo ideale in un'agenzia a numero chiuso, la miglior agenzia sarà quella talmente selettiva da avere un solo iscritto; cento sono fin troppi.

 

L'amore infine non si accontenta né di un ragionamento né di quello opposto: chi lo cerca non pretende di incontrare una persona ma di poter avere a disposizione tutte le possibili opzioni che si escludono a vicenda, e per questo vincerà sempre tutte le possibili cause contro tutte le possibili agenzie.

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