E' vietato chiamarsi Blu. Lo decide la procura di Milano

Antonio Gurrado

La procura di Milano ha convocato i genitori di una bambina che si chiama Blu. La bimba ha un anno e mezzo ma vogliono obbligarli a cambiarle il nome

I genitori di una bambina che si chiama Blu sono stati convocati dalla procura di Milano per cambiarle il nome. È una ingiunzione invasiva e intempestiva, poiché la bambina ha un anno e mezzo ed è già consapevole di chiamarsi così, ma soprattutto incoerente nella sua motivazione. Secondo la procura infatti il nome Blu non sarebbe sufficiente a identificare il portatore come maschio o femmina e come tale necessita di sostituzione o precisazione. Se si fosse chiamata Azzurra i giudici non avrebbero avuto niente da ridire, poiché inconfondibile con un bambino Azzurro; resta il mistero allora di perché in Italia circolino così tante ragazzine e donne che si chiamano Celeste.

 

Sarà questione di sfumature che solo la giustizia italiana riesce a cogliere. I genitori della bimba, difendendosi legittimamente, peggiorano tuttavia la situazione. Argomentano infatti che il nome della figlia non vada interpretato come aggettivo che sancisce il colore di un soggetto indifferentemente dal suo genere bensì che Blu stia per l'anagramma di Bella Luminosa Unica, che è un po' come chiamare un figlio Aci o Cgil, e sostengono di averne preso il nome dalla figlia di Beyoncé, che equivale a dire che se il loro maître à penser fosse invece stato Bob Geldof l'avrebbero chiamata Pesche senza problemi. Ma soprattutto rivendicano di essersi ispirati al colore del quinto chakra di non so cosa, segno inequivocabile dell'espresso desiderio di una figlia che un domani non sappia a che santo votarsi.

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