Di Maio si fa vanto dei titoli accademici dei suoi "ministri"
Il leader del M5s però non si avvede però di una impasse nella quale caccia gli elettori ragionevoli
Ho notato un dettaglio rivelatore nell’annuncio dell’immaginaria squadra di governo di Luigi Di Maio. Allo sviluppo economico, dice, andrà a insediarsi Lorenzo Fioramonti; in questo caso non conta tanto il nome a effetto - come fu per il ventilato Zdenek Zeman, poi ridimensionato in Guido Bagatta - bensì il modo in cui è stato svelato. Di Maio non s’è addentrato in contenuti programmatici ma ha utilizzato tutta la prosopopea dell’apparato accademico parlando di “eccellenza” e “competenza”, termini di cui il sistema dell’istruzione universitaria italiana ama riempirsi la bocca non di rado a sproposito.
Non conosco Fioramonti, che insegna Economia politica all’Università di Pretoria. Mi sembra tuttavia evidente che Di Maio, accortosi di essere divenuto proverbiale per la mancata laurea, anziché far spallucce pensando alla pletora di politici italiani dall’istruzione assente o discutibile cerchi di sopperire facendosi vanto dei titoli accademici altrui.
Così non si avvede però di una impasse nella quale caccia gli elettori ragionevoli. O bisogna infatti affidare ruoli di governo a personaggi il cui curriculum accademico acclari competenza ed eccellenza, quindi in tal caso Di Maio dovrebbe ammettere di non possedere la certificazione di nessuna di queste qualità e ritirarsi; oppure competenza ed eccellenza per il Movimento 5 Stelle sono ridondanti lì dove ci sono buona volontà, sostegno virtuale dei cittadini e onestà. Quindi, in tal caso, il professor Fioramonti può tranquillamente restarsene in Sudafrica ché alla nostre latitudini finirebbe per risultare superfluo.