E' stato pubblicato un documento per le scuole in vista dell’ottantesimo anniversario delle leggi antiebraiche fasciste
5 Febbraio 2018 alle 17:22
Dopo la Giornata della Memoria, il ministero dell’Istruzione ha diramato delle “Linee guida nazionali per una didattica della Shoah a scuola”. Scritto da esperti dell’International Holocaust Remembrance Alliance in vista dell’ottantesimo anniversario delle leggi antiebraiche fasciste, il documento è oltremodo istruttivo. In sole trentaquattro pagine, infatti, questo prontuario spiega cosa insegnare della Shoah, come e perché. Illustra come renderlo argomento interdisciplinare e a quali fonti affidabili rifarsi; insiste sulle leggi che ingiungono di affrontare la Shoah all’interno del percorso scolastico, lasciando intendere che alcuni professori la ritengano argomento facoltativo; riporta un bigino sui fatti principali, da cui si evince che magari non tutti i docenti hanno ben chiaro in mente di cosa si tratti. Spiega inoltre come spalmare l’argomento su due quadrimestri, come presentarlo ai bambini e come difendere gli adolescenti da fake news e hate speech sulle pagine web che ne parlano. Soprattutto, il testo ha un dichiarato intento etico sull'attualità. Memore dell’ammonimento di Primo Levi – “Se è accaduto, può di nuovo accadere” – il prontuario intende collocarsi entro il progetto Onu per lo sviluppo di una “cittadinanza globale”: infatti, “in una realtà mondiale sconvolta ancora da tanti mali e troppi conflitti, da atrocità di massa, atti di terrorismo, pericolose e dolorose migrazioni”, lo studio della Shoah serve a “sviluppare gli anticorpi necessari a combattere le nuove manifestazioni di discriminazione, sopraffazione, razzismo e risorgente antisemitismo”. Ecco, a questo punto ci sarebbe stata proprio bene una digressione, una frase, una parola almeno su Israele; se non che purtroppo, in sole trentaquattro pagine, mancava lo spazio.
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Commenti all'articolo
marco.ullasci
05 Febbraio 2018 - 17:05
Gli e' che forse la maggioranza all'ONU preferisce quelli morti a quelli vivi.
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