Un volantino che celebra una delle prime unioni civili nel bolognese (foto LaPresse)

Quanto sono fragili le unioni civili, tra scartoffie e carte bollate

Antonio Gurrado

L’amore resiste meglio quando non lo s’impacchetta in un modulo scaricato dal sito del comune e presentato all’ufficio anagrafe in busta chiusa

Auguri alle due signore modenesi che si sono sposate alla bella età di ottant’anni. Ovviamente dire che si sono sposate è un’improprietà, in quanto hanno contratto un’unione civile, che è ben diversa da un matrimonio benché vi venga equiparata alla leggera nel pour parler giornalistico e militante. La loro unione è edificante per almeno due motivi. Anzitutto l’hanno contratta dopo quarant’anni di legame; casistica ammirevole, in cui i soliti romantici hanno ravvisato il coronamento giuridico di un amore persistente. Qualcuno appena appena più cinico potrebbe leggervi però che il segreto del non separarsi, tautologicamente, sta nel non unirsi: a giudicare dalle prime dissoluzioni di fresche unioni civili, l’amore resiste meglio quando non lo s’impacchetta in un modulo scaricato dal sito del comune e presentato all’ufficio anagrafe in busta chiusa, corredato da copie dei documenti d’identità dei contraenti, che vengono poi convocati via mail dall’ufficiale di stato civile acciocché l’assessore alle pari opportunità sottoscriva una scartoffia. Inoltre, queste signore hanno riscosso l’attenzione generale perché si sono servite di un dispositivo innovativo, e lo sguardo verso le persone estremamente vecchie che fanno cose estremamente nuove denota sempre curiosità un po’ pelosa, ipocrita e derisoria. Non a caso nelle stesse ore è diventato virale il video della vecchietta dell’Ohio che ha provato la realtà virtuale brandendo una spada laser in tinello mentre era accecata da un visore. Quindi auguri anche alla signora americana che ha combattuto Darth Fener alla bella età di ottantun anni.

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