Un'immagine della prima riunione del Bundestag (foto LaPresse)

Il cortocircuito che rende i tolleranti liberali tedeschi intolleranti con l'Afd

Antonio Gurrado

A Berlino s’è tenuta la seduta inaugurale del Bundestag e i parlamentari del partito liberale hanno annunciato di non volersi sedere vicino all'ultradestra

C’è un paradosso che mi tormenta dal 1994, quando l’allora ministro delle poste belga Elio Di Rupo, nel corso di un summit europeo, si rifiutò di stringere la mano a Pinuccio Tatarella, allora ministro delle poste italiano. A spiegazione del gesto irrispettoso, Di Rupo tenne un sermone pubblico per spiegare che l’Unione Europea si fondava sul rispetto dell’altro senza alcuna distinzione; a margine di questo singolare sillogismo spiegò poi a Tatarella, che l’ascoltava beato, come non ce l’avesse con lui bensì con “la politica che la sua persona simboleggia”. Fatto sta che il progressista ministro belga aveva rifiutato la mano che gli era stata tesa da una persona, non dalla politica che simboleggiava, e nei fatti aveva dato esempio della medesima mancanza di rispetto che intendeva stigmatizzare a parole. Oggi a Berlino s’è tenuta la seduta inaugurale del Bundestag e i parlamentari del partito liberale dapprima non volevano sedersi di fianco agli eletti di Alternative für Deutschland, poi ci si sono seduti malvolentieri perché costretti dalla disposizione dei seggi, infine hanno annunziato che alla prossima convocazione si siederanno altrove. È evidente che, per non associarsi alla politica che i deputati di ultradestra simboleggiano, i liberali stanno rifiutando di sedersi di fianco a delle persone, con gesto meno simbolico che infantile. Il paradosso dunque è questo: se ci si proclama tolleranti perché si crede fortemente che tutti meritino di essere rispettati, e lo si crede al punto da non accettare che qualcuno non rispetti tutti, si è in diritto non rispettarlo?