Una veduta di Alberobello

La fuga dei trentenni dalla Puglia

Antonio Gurrado

I dati Istat dicono che la regione si va lentamente svuotando dai giovani. Che fare?

Poi venne il giorno in cui qualcuno degli ultimi rimasti si accorse che dalla Puglia se n'erano andati quasi tutti. La Cgil ha rielaborato dei dati Istat sull'abbandono delle città da parte dei giovani facendo notare che, nel giro di dieci anni, da Taranto se ne sono andati tremilaseicento under 30, da Bari tremila, duemilaseicento da Foggia, millecinquecento ciascuna da Brindisi, Andria e Molfetta, milleduecento da Barletta e San Severo, mille da Manfredonia; e poi Martina Franca, Trani, Bitonto, Modugno... Nel novero delle cinquanta città italiane più abbandonate, una dozzina è pugliese.

 

Come si fa? Bisogna intervenire e il segretario regionale della Cgil, Giuseppe Gismundo, ha in mente una ricetta per invertire la ricetta: investire finanziamenti nell'innovazione, insistere sull'iniziativa Pin dell'assessorato regionale alle politiche giovanili, creare “un tavolo interassessoriale che assieme alle parti sociali affronti la drammatica emergenza giovanile e la necessità di utilizzare tutti gli strumenti possibili per creare occupazione stabile e di qualità”. Ora, “tavolo interassessoriale” è un'espressione indubbiamente accattivante, di sicura presa, ma è un po' lunga: nel solo tempo necessario a pronunciarla, avete presente quanti altri giovani saranno riusciti a scappare?

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