In Italia salvare vite è passibile di contravvenzione

Antonio Gurrado

Un'ambulanza è stata multata per eccesso di velocità mentre trasportava un ferito. Un caso simile a quello di Torino di qualche mese fa

Buonasera, sono un'ambulanza. Qualche tempo fa una mia collega di Torino era stata fermata mentre viaggiava contromano da due cittadini nominatisi custodi dell'inflessibile legalità, col rischio di far tornare al Creatore il paziente che stava trasportando. Se il codice della strada serve a salvare vite umane, è ovvio che per salvare una vita umana si può temporaneamente sospendere il codice della strada. Io ad esempio sfrecciavo a sirene spiegate nella Lomellina per soccorrere una signora che aveva chiamato il 118, quando una telecamera fissa ha filmato il mio passaggio col rosso a un incrocio: così alla Croce d'Oro di Sannazzaro de' Burgondi è appena stata recapitata una multa da 185 euro per l'infrazione.

 

 

Non importa che si trattasse di una situazione d'emergenza; l'unica speranza di farsi togliere la multa è ricorrere al giudice di pace, atto che comporta spese. L'alternativa pare dunque fra pagare la multa ammettendo di avere torto e pagare il ricorso per ottenere la soddisfazione di averlo ricevuto. Queste assurdità mi fanno venire voglia di sfrecciare oltreconfine, verso una nazione dove non dico che si guadagni a far del bene ma almeno non ci si rimetta ad avere ragione; una nazione dove non sia fatto l'uomo per il semaforo bensì il semaforo per l'uomo.

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