Theresa May col premier Paolo Genitolini a Taormina per il G7 (foto LaPresse)

Metti Theresa May che presenta il suo piano antiterrorismo in Italia

Antonio Gurrado

“Se domani voterete per me, vi prometto che questo piano scatterà dopodomani”, ha detto la premier britannica. Che nel nostro paese si tradurrebbe in un modo ben diverso

Nel presentare il nuovo piano antiterrorismo, Theresa May ha detto ai britannici: “Se domani voterete per me, vi prometto che questo piano scatterà dopodomani”. È un'argomentazione utile a cogliere qualche lieve discrepanza fra il sistema elettorale d'oltremanica e il sistema elettorale italiano, nonché fra la loro e la nostra gestione del potere esecutivo. Dio non voglia che qualcosa di simile ai fatti di Londra capiti durante la campagna elettorale in Italia. Un ipotetico equivalente nostrano di Theresa May, infatti, potrebbe dirci: “Se domani voterete per me, vi prometto che questo piano scatterà non appena sarà terminato il computo dei seggi da assegnare ai vincitori di collegi uninominali e quelli da assegnare proporzionalmente tramite i listini bloccati, e non appena i due rami del Parlamento avranno eletto i loro presidenti, i presidenti saranno stati ricevuti dal Capo dello Stato, il Capo dello Stato avrà terminato il giro di consultazioni con tutte le forze rappresentate in Parlamento, si sarà tenuto conto del parere vincolante dei gruppi parlamentari costituitisi sotto nomi non corrispondenti a simboli presenti nella scheda elettorale, si sarà individuata una figura di compromesso che vada bene ai più e non dispiaccia troppo agli altri, e non appena questa figura avrà accettato l'incarico con riserva, avrà condotto un altro giro di consultazioni, avrà sciolto la riserva presso il Quirinale e avrà ottenuto la fiducia dalla Camera e dal Senato dopo avere presentato un programma identico in entrambi i rami ma con due discorsi diversi, uno per Montecitorio e uno per Palazzo Madama. Insomma, vi prometto che entro l'anno qualcuno farà scattare il piano; probabilmente Gentiloni”.