L'esame di maturità va spostato in vista del Ramadan, propone il sindacato Sisa

Antonio Gurrado

Eppure le autorità religiose musulmane dispensano dal digiuno chi affronti il Ramadan in situazioni eccezionali, studenti sotto esame compresi

Inizia il Ramadan, quindi bisogna posticipare gli esami di maturità. Il segretario generale del Sisa ha richiesto che le prove d'esame previste a partire dal 21 giugno slittino a dopo la fine del digiuno dei musulmani, che terminerà il 24 giugno. Adeguare il calendario scolastico a quello islamico sarebbe dunque, secondo questo sindacato, un segno del “rispetto delle festività religiose e dell'impossibilità di tenere esami di Stato durante le stesse”, un tentativo di rendere la scuola “automaticamente inclusiva, come la normativa vigente la invita a essere” e, più in generale, una mano tesa verso “studenti oggetto di discriminazione nelle scuole in ragione della loro appartenenza religiosa”.

 

È dal 2014 che ogni anno il Sisa richiede lo spostamento della maturità, ora in avanti ora indietro, perché in un modo o nell'altro intralcia il Ramadan; impegno talmente cocciuto da far sospettare che possa trattarsi di un sindacato confessionale e che la I nella sigla stia per Islam. Tutt'altro: si tratta del Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente, che combatte con pari vigoria contro l'Invalsi, contro la Tav, contro il fiscal compact e per don Milani. Fatto sta che le autorità religiose non irragionevoli prevedono specifiche dispense dal digiuno per chi affronti il Ramadan in situazioni eccezionali, come ad esempio i calciatori durante gli ultimi Mondiali, oppure le persone fisicamente deboli o i lavoratori di fatica; fra queste categorie possono rientrare anche gli studenti che devono affrontare un esame. La morale della favola è che a voler fare i laici aperturisti si finisce per esser più integralisti di un imam.

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