Perché noi trentenni non ci sposiamo e non facciamo figli

Antonio Gurrado

Come è cambiata negli ultimi 20 anni la concezione del sesso tra gli adolescenti, secondo un rapporto del Censis

Non so la droga e il rock'n'roll, ma il sesso è sempre un buon metodo per capire come gira il mondo e come si evolverà. Repubblica affianca al rapporto Censis sulla vita erotica degli adolescenti una tabella, che compara le domande poste più frequentemente nell'ora di educazione sessuale dai tredicenni del 1998 e da quelli di oggidì. Ieri: “Perché, se si dice che il carattere è la prima cosa da guardare, si guarda sempre la bellezza?”. Oggi: “Dipende da qualcosa l'orientamento sessuale?”. Ieri: “La masturbazione è una cosa naturale?”. Oggi: “Quando una ragazza viene abusata quali danni psicologici e fisici può avere?”. È eclatante che nel 2017 ci si chieda “In cosa consiste l'inseminazione artificiale?” mentre vent'anni fa ci si chiedeva: “Perché un ragazzo quando deve baciare una ragazza si tira indietro?”.

 

Quant'è sublime quel “deve”, candidamente enucleato da una ragazzina che magari oggi, a trentadue anni, avrà definitivamente rinunciato a capire gli uomini con cui esce, limitandosi tutt'al più sparlarne con le amiche o a sputtanarli sui social. Questa vecchia domanda inevasa si appunta con nitore su quel misterioso strato dell'animo umano che fa recedere dall'istinto; questa vecchia domanda inevasa fotografa perché oggi noi trentenni italiani facciamo fatica a sposarci e a figliare, sbucando dal guscio di adolescenti appassiti; questa vecchia domanda inevasa spiega come mai i nuovi adolescenti abbiano già capito che tanto vale informarsi sull'inseminazione artificiale.

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