Cassonetti della raccolta differenziata, durante l'emergenza rifiuti a Roma (foto LaPresse)

Torri medievali e lische di pesce

Antonio Gurrado
Dunque, per chi non lo sapesse, Pavia è famosa al mondo per le sue torri: squadrate e svettanti, poche ne restano delle cento originarie che si possono contare su una mappa affrescata del Cinquecento.

Dunque, per chi non lo sapesse, Pavia è famosa al mondo per le sue torri: squadrate e svettanti, poche ne restano delle cento originarie che si possono contare su una mappa affrescata del Cinquecento. Di queste poche residue, le tre più alte e belle si trovano a pochi metri dal corpo storico dell'Università centrale, a ridosso di uno spiazzo dove sono appena stati collocati avveniristici bidoni per la raccolta differenziata. Esattamente sotto la più elevata e preminente, il flâneur e il turista possono ammirare il cassonetto per la raccolta del vetro; né mancano quelli della carta, della plastica e dei rifiuti organici, onde dare al quadretto un crisma di vezzosa compiutezza.

 

Sorprendente quantunque, di questi tempi non è peregrina la scelta di addossare i contenitori dei rifiuti a monumenti secolari. Le torri gentilizie venivano erette per significare un potere tipicamente medievale: una classe dominante forniva così un memento perenne ai sudditi che vagheggiassero una levata di scudi, ricordando loro che, se erano costretti a pagare balzelli e a sottostare a incombenze anche stravaganti, era perché c'era un ordine del mondo fuori dal loro controllo, che istituiva una gerarchia superstiziosa a cui toccava adeguarsi, all'ombra della torre. Anche la raccolta differenziata esprime un potere di stampo medievale: condanna il suddito a sottostare all'incombenza di trascinare sacchi di materiali uniformi, risciacquare le lattine, interrogarsi sulla quidditas di oggetti misteriosi e magari – nei comuni più evoluti – tenersi in casa sei giorni le lische di pesce perché l'apposito camioncino che ritira l'organico passa la settimana dopo. All'ombra delle torri, i rifiuti ci ricordano che ogni secolo ha il medioevo che si merita.

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