Muhammad Ali (foto LaPresse)

Diritti o libertà? Lo sproloquio attorno al cadavere di Muhammad Ali

Antonio Gurrado
Hillary Clinton non resiste alla tentazione di scagliarsi contro Trump brandendo l'ex pugile e, in Cassius Clay che diventa Muhammad Ali, addita la dimostrazione che negli Stati Uniti chiunque può scegliere arbitrariamente il proprio nome e il proprio Dio.

Libertà e diritti, diritti e libertà: da quando è morto il pugile più celebre della storia, tutti ne approfittano per rimasticare queste parolette brevi. Hillary Clinton non resiste alla tentazione di scagliare contro Trump un cadavere ancora caldo e, in Cassius Clay che diventa Muhammad Ali, addita la dimostrazione che negli Stati Uniti chiunque può scegliere arbitrariamente il proprio nome e il proprio Dio.

 

Per quanto sospetto possa suonare l'elogio della libertà individuale assoluta avanzato da chi ambisce a governare trecento milioni di persone, giova ricordare il senso letterale della scelta del pugile: si è incoronato col nome del profeta della religione detta “Sottomissione” dopo avere rigettato il nome di un tirannicida, il pallido e asciutto Gaio Cassio Longino che fece accoltellare Giulio Cesare. Questo significa che l'uomo può rinunciare a opporsi a chi vuole dominarlo solo se riconosce di essere sempre e comunque sottomesso a Dio. Diritti? Libertà?

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