Claudio Ranieri (foto LaPresse)

Caro Ranieri, non accetti le lusinghe della Nazionale

Antonio Gurrado
Con la storia non si vincono le partite ma si capiscono i popoli, pertanto Ranieri si ricordi del 1974. All'epoca, nuovo Ct di un'Italia in crisi fu nominato Fulvio Bernardini. La Federcalcio ritenne che competenza e simpatia avrebbero garantito all'allenatore il rispetto e la pazienza del pubblico ma, dopo meno di un anno, dovette sollevarlo dall'incarico.

Ci sono argomenti più importanti ma mi preme sfruttare questo riquadro per rivolgere un appello a Claudio Ranieri, oggi che la Federcalcio inizia a scegliere il nuovo commissario tecnico dell'Italia e qualcuno ventila il suo nome. Non ceda, non accetti, si turi le orecchie dinanzi alle lusinghe della retorica patria, non si lasci commuovere nemmeno dalle sirene di Mogol che, alla vigilia del solito match della Nazionale cantanti, augura che sulla panchina della vera Nazionale possa sedere il tecnico del Leicester.

 

Con la storia non si vincono le partite ma si capiscono i popoli, pertanto Ranieri si ricordi del 1974. All'epoca, nuovo Ct di un'Italia in crisi fu nominato Fulvio Bernardini: come Ranieri autorevole decano, come Ranieri scudettato con squadre outsider (Fiorentina e Bologna), come Ranieri amato superficialmente dagl'italiani perché non inviso alle società più ricche. La Federcalcio ritenne che competenza e simpatia avrebbero garantito a Bernardini il rispetto e la pazienza del pubblico ma, dopo meno di un anno, dovette sollevarlo dall'incarico per sottrarlo agl'improperi dei tifosi delle stesse squadre che aveva miracolato. Bernardini morì dopo dieci anni di amarezza: Ranieri se ne ricordi e agisca di conseguenza, garantendosi una vecchiaia più serena. Un altro italiano famoso in Inghilterra per motivi differenti, Benito Mussolini, diceva che governare l'Italia non è difficile però è inutile. Allenarla, anche.

Di più su questi argomenti: