Un estratto dal nuovo libro "Kobane calling" di Zerocalcare

Il libro di Riina, quello di Zerocalcare e una domanda: a che serve la cultura in Italia?

Antonio Gurrado
Che differenza passa fra le librerie indipendenti che ostentatamente si rifiutano di vendere il libro di Salvo Riina e le Feltrinelli che stanotte resteranno aperte in attesa dell’uscita di “Kobane calling” di Zerocalcare? Nessuna.

Che differenza passa fra le librerie indipendenti che ostentatamente si rifiutano di vendere il libro di Salvo Riina e le Feltrinelli che stanotte resteranno aperte in attesa dell’uscita di “Kobane calling” di Zerocalcare? Nessuna. In entrambi i casi derogano al servizio offerto di consueto nel tentativo di trasformare il libro in evento etico: negativo Riina, che dopo Porta a Porta è diventato icona maligna senza che però in nessuno sia sorto lo scrupolo di spiegare se il libro sia invendibile in quanto scritto male; positivo Zerocalcare, poiché sfogliando l’anticipazione di “Kobane calling” si sbircia un pistolotto sui nostri politici che  approfittano del terrorismo per limitare le nostre libertà mentre in Siria la gggente apre “più spazi di democrazia” nonostante che lì ci sia “la guerra, quella vera”. Vabbe’, si vede che il terrorismo islamico è guerra falsa.

 

In entrambi i casi comunque si tratta di mercificazione eccezionale: l’ostracismo delle librerie rende il libro di Riina un’introvabile figurina di Pizzaballa, mentre nelle Feltrinelli già qualche ora prima dell’uscita si potrà acquistare il libro di Zerocalcare con una copertina speciale disegnata in esclusiva. Contro Riina e con Zerocalcare la cultura si sbraccia nel tentativo di non sembrare collusa (con la mafia o coi politici) sperando che nessuno si accorga che è diventata collutoria: cultura che, come disse Alessandro Bergonzoni, serve a sciacquarsi la bocca.