Virgo, Ligo e le onde gravitazionali. Come nel Marchese del Grillo

Antonio Gurrado
O popolo di santi, poeti, navigatori e inveterati esperti di onde gravitazionali, io che nemmeno ho fatto il liceo scientifico devo limitarmi al misero poco che afferro dai tentativi esemplificativi degli scienziati sui giornali.

O popolo di santi, poeti, navigatori e inveterati esperti di onde gravitazionali, io che nemmeno ho fatto il liceo scientifico devo limitarmi al misero poco che afferro dai tentativi esemplificativi degli scienziati sui giornali; posso pertanto tutt’al più capire qualcosina per approssimazione e analogia. Leggo Carlo Rovelli sul Corriere e di paragone in paragone mi faccio una mezz’idea. Lo spazio si increspa “come la superficie di un lago”. Lo spazio si tira “come un filo per stendere che oscilla al vento”. Due buchi neri che sprofondano l’uno nell’altro producono onde “come uno tsunami galattico”.

 

Riuscire a osservare questo tipo di onde è “come se dovessimo riscrivere la Genesi”. Va bene. Ma la grande notizia è che la scoperta sia dovuta alla collaborazione fra due interferometri: Ligo, che si trova in due sedi statunitensi, e Virgo che invece è proprio da noi, vicino a Pisa. Rovelli spiega che “Virgo non era acceso quando c’è stato l’evento celeste visto da Ligo”. Quindi, mi domando, è come quando nel "Marchese del Grillo" i napoleonici fanno finalmente irruzione negli appartamenti pontifici, l’ufficiale francese domanda alle sentinelle italiane di parlare con le commandant e una di loro gli risponde: “Non c’è, è sorti un moment”.

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