Sventurata la terra che per discutere di unioni civili ha bisogno di Elton John

Antonio Gurrado
In Italia dibattere implica andare in cerca di lanterne esotiche cui appendersi mentre il vento le sballotta in giro per i nostri cieli bui; abbiamo combattuto tre guerre d’indipendenza per cacciare Radetzky e accogliere Conchita Wurst.

Sventurata la terra che ha bisogno di eroi stranieri e che per discutere leggi dello Stato ha bisogno di Elton John. La presenza domani a Sanremo del superospite impegnato in favore delle nozze gay (a cominciare dalle proprie) e della paternità surrogata (a cominciare dalla propria) sarebbe ininfluente in una nazione che avesse salda consapevolezza di sé quindi fosse capace di decidere in modo autonomo se un principio sia giusto o sbagliato e una riforma approvabile o meno. In Italia però dibattere implica andare in cerca di lanterne esotiche cui appendersi mentre il vento le sballotta in giro per i nostri cieli bui; abbiamo combattuto tre guerre d’indipendenza per cacciare Radetzky e accogliere Conchita Wurst. Dall’Alpi a Sicilia ovunque è Sanremo, pertanto si presume che ciò che Elton John sceglierà di fare o non fare, di dire o non dire, risulterà decisivo per l’iter del ddl Cirinnà che dovrebbe invece camminare o azzopparsi con le gambe proprie. Ascoltare Elton John quando canta e pensare ad altro quando parla è il minimo che dobbiamo ai morti di Custoza.

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