C'è un serio problema demografico in Italia. Cosa dice l'ultimo rapporto Istat

Redazione
Meno nascite e più morti: il nostro paese è affetto da un acuto "degiovanimento". Sempre meno figli e sempre più a età avanzata, un dato preoccupante che si lega alla forte diminuzioni dei matrimoni.

Le nascite diminuiscono, i decessi aumentano. E così il saldo naturale negativo ostacola la crescita. Secondo i dati forniti dall'Istat nel "Rapporto annuale 2016. La situazione del Paese" nel 2015 le nascite sono state 488 mila (otto per mille residenti), 15 mila in meno rispetto al 2014 e nuovo minimo storico dall’Unità d’Italia. Un trend che si consolida, tanto che è da cinque anni che la fecondità diminuisce segnando appena 1,35 figli per donna. Se le maternità continuano a scendere, le morti salgono del 9,1 per cento rispetto al 2014. In Italia i decessi sono stati 653 mila, 54 mila in più rispetto all’anno precedente: la differenza tra nascite e decessi è così scesa ulteriormente (saldo naturale pari a -165 mila).

 

 

Nascite e morti in Italia dal 2000 a oggi
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I dati dell'Istituto nazionale di statistica rivelano come il nostro paese preda di un radicato fenomeno di "degiovanimento", ossia "della progressiva erosione dei contingenti delle nuove generazioni alla base della piramide per effetto della denatalità". Se infatti si confrontano le piramidi dell'età della popolazione tra il 1952 a oggi, si può constatare come ci sia stata una netta inversione di tendenza e di componimento della popolazione italiana: il peso percentuale di uomini e donne in età adulta si sta allargando sempre più, mentre si restringe quella compresa tra gli 0-24 (che si è ridotto tra il 1976 e 2016 di oltre 15 punti percentuali); inoltre l'età media continua ad aumentare.

 

 

E questo è un problema che colpisce in particolar modo l'Italia. Se infatti si prende in considerazione la situazione francese, ossia quella di un paese che ha una vita media molto simile al nostro paese e lo stesso ammontare di popolazione, si può notare come mentre la fascia di popolazione da noi sia scesa sotto il 25 per cento, oltralpe sia rimasta al 30,4 per cento. La differenza maggiore sta nella fecondità francese che, dopo una fase di diminuzione, ha ripreso ormai da tempo ad aumentare fino a superare la soglia dei 2 figli per donna.

 

 

La diminuita fecondità si lega anche alla diminuzione dei matrimoni celebrati. La propensione al primo matrimonio tra le giovani generazioni è in forte calo per via di una accentuazione della posticipazione verso età più mature. Nel 2014 l’età media al primo matrimonio era di 34,3 anni per gli sposi e di 31,3 per le spose (un anno in più per entrambi rispetto al 2008). "L’innalzamento dell’età media al primo matrimonio è da mettere in relazione con la posticipazione degli eventi caratterizzanti il processo di transizione allo stato adulto. In particolare, il protrarsi della permanenza dei giovani nella famiglia di origine spinge in avanti il calendario della prima unione".

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