Una giovane Germain Greer

Da idolo a irrilevante strega: nemmeno la femminista può criticare i trans

Simonetta Sciandivasci
Gli insulti a Germaine Greer e i concerti politicamente corretto di Springsteen. La femministe è stata sommersa dalle polemiche per aver detto che che a fare le spese delle mescolanze Lgbt, così come da qualsiasi non differenziazione di genere, sono e saranno le donne, derubate ancora del loro specifico e ridotte a nulla più che “uomini senza pene”.

Roma. “Sono sempre stata interessata agli uomini per via del sesso, ma credo che qualsiasi donna sana di mente vorrebbe amare le donne, giacché amare gli uomini è un disastro”.  Quando parlava e pensava così, Germaine Greer – femminista tra le più influenti della generazione che tentò di formulare un pensiero per la differenza – non veniva ostracizzata da Cambridge, né vilipesa su radio, tv, social network, giornali, sit in. Ultimamente, però, osa affermare che le transessuali non sono vere donne: per esserlo è necessario “ritrovarsi i pantaloni zuppi di sangue a 13 anni”. Che la transfobia non esiste. Che il matrimonio tra due donne non è giusto, è unfair: questa è l’ultima bomba, lanciata qualche giorno fa durante una trasmissione tv australiana, in cui era stata invitata nella speranza che abiurasse e mondasse l’intero paese (che lei ha definito “un’immensa casa di riposo”) dalla colpa di aver dato i natali a una – citazione da Twitter – “sessista, misogina, ignorante, irrilevante vecchia strega”.

 


La femminista Germaine Greer


 

Non c’è stato niente da fare: non è servito neanche darla in pasto a un’intervistatrice che tentava di disinnescarla principiando ogni domanda con “sa, ero una sua fan”, come se a Germaine Greer sia mai fregato di conquistare le masse e mettere al sicuro le royalties dei suoi libri propinando sbobbe pol corr. Figuriamoci: per lei la sicurezza è “la negazione della vita”. E’ sempre andata di traverso a qualcuno, pure alle femministe che battagliavano per la parità, mentre lei insisteva che parificarsi all’interno di un paradigma maschile non sarebbe servito a nulla: era necessario crearne uno specifico, femminile. Per questo criticò aspramente la psicanalisi che “ha un padre, ma non una madre” e avvertì che le donne sarebbero rimaste vittime del divorzio.

 

Su Q&A, la trasmissione che ha riacceso le polemiche sul suo conto, Greer non ha detto che il matrimonio tra donne è ingiusto: questo è quello che si legge in giro (dal Guardian a Pinknews, qualunque cosa sia). Greer ha detto che se un uomo che sia stato per 40 anni marito e padre, all’improvviso riveli di essere sempre stato (o di essersi sentito: sappiamo che essere significa sentirsi, secondo l’ultimo dizionario etico) una donna, i conti non tornano: era una donna che ha sposato una donna senza rendersene conto? E sua moglie non è una “utilizzata finale”? L’obiezione all’amore gay non c’entra: Greer ha voluto rilevare che a fare le spese delle mescolanze LGBT, così come da qualsiasi non differenziazione di genere, sono e saranno le donne, derubate ancora del loro specifico e ridotte a nulla più che “uomini senza pene”.

 

“I trans sono orrende parodie femminili”, disse una volta, ripagata da un’inimmaginabile gogna mediatica. Poi è arrivata Caitlyn Jenner a splendere sotto le luci della ribalta: è bastata una gnocca a farci dimenticare quei corpi deformati o troppo perfetti, ottenuti con operazioni atroci che costringono all’assunzione di farmaci per tutta la vita. Ci siamo sentiti migliori per aver patrocinato un mondo dove esiste la libertà di scegliersi una seconda nascita, che renda vip e liberi e belli e saggi come Caitlyn Jenner. La scorsa settimana, Bruce Springsteen ha annullato il concerto in North Carolina, per protestare contro il varo di una legge che blocca le norme contro la discriminazione sessuale e impone che i trans non entrino nei bagni delle donne. La legge è già stata parzialmente ritirata, poiché pure PayPal ha dato un contributo di civiltà annullando l’apertura di un suo ufficio (400 assunzioni previste) nel medesimo stato. Schierarsi dalla parte del pride LGBT assicura la fidelity card del pubblico mondiale: Bruce e PayPal lo sanno bene. A Germaine Greer, invece, sarà riservata la damnatio memoriae: peccato.

Di più su questi argomenti: