Bernie Sanders (foto LaPresse)

Perché l'egualitarismo di Sanders in realtà danneggerebbe i più poveri

Redazione
La "clausola sociale" invocata dal politico democratico per vietare l'acquisto di merce prodotta in quei paesi dove i lavoratori non sono pagati e tutelati come in America e tutti i problemi che questa comporterebbe spiegati da Pietro Ichino.

Bernie Sanders ha vinto in Wyoming, sta rimontando terreno e delegati a Hillary Clinton, indica nuove vie alla sinistra parlando di un nuovo egualitarismo. E' anche per questo che il settantaquattrenne Bernie Sanders piace all'elettorato giovane, a quello che anni fa votò Barack Obama, alla sinistra sinistra europea. Sarà anche per questo che è stato l'unico politico americano a essere stato convocato dal capo dalla Pontificia Accademia delle scienze sociali, monsignor Sanchez Sorondo, al convegno di riflessione per il venticinquennale dell'enciclica "Centesimus annus" di Giovanni Paolo II.

 

C'è chi ha letto in questo invito un apprezzamento del Pontefice allo sforzo del politico nella campagna per l'imposizione di una "clausola sociale" mirata a vietare l'acquisto di merce prodotta in quei paesi nei quali non si applichino "standard di retribuzione e di tutele ambientali all'incirca equivalenti a quelli in vigore negli Stati Uniti". Ma siamo sicuri che quanto detto dal politico americano sia davvero così positivo, che possa portare davvero a un miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori?

 

"Sull’egualitarismo alla Sanders la Pontificia Accademia farebbe bene a usare qualche cautela", scrive nel suo blog il giuslavorista Pietro Ichino, "perché è proprio in nome di un egualitarismo molto male inteso che il senatore del Vermont sostiene una drastica limitazione del commercio internazionale, destinata a condannare alla fame molti milioni di lavoratori poveri dei Paesi in via di sviluppo". Chi loda il messaggio di Sanders dimentica che "per l’emancipazione dalla miseria di centinaia di milioni di persone, nel Terzo Mondo, la globalizzazione degli scambi commerciali ha fatto più di qualsiasi clausola sociale".

 

Chi loda l'egualitarismo di Sanders tende a scordasi lo spartiacque politico principale che "oggi corre tra chi vuole erigere muri contro la globalizzazione e chi invece si propone di attrezzare il proprio Paese per farvi fronte e per redistribuirne i grandi benefici generali tra chi nella transizione guadagna e chi perde. Rispetto a questo spartiacque Bernie Sanders, a ben vedere, si colloca sul versante dei costruttori di muri condannati da Bergoglio, insieme a Donald Trump".

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