Cristo non si è fermato a Bolzano

Redazione
Un referendum locale sviluppista batte i tabù giudiziario-grillini

Gli ingredienti sono quasi gli stessi: un referendum; capitali stranieri ovviamente discussi; un’amministrazione accusata di confezionare emendamenti su misura; una sinistra renziana “alleata dei poteri forti” contro la sinistra benecomunista in asse con grillini, verdi, comitati e salotti bene politicamente consapevoli; un investimento da 300 milioni di euro contro la difesa del localismo di condomini multietnici degradati e botteghe equosolidali. Però qui siamo a Bolzano, all’estremo opposto, non solo geografico, dell’asse Puglia-Basilicata-Campania: ieri a Napoli i centri sociali contrari alle “mani sporche su Bagnoli” hanno accolto il presidente del Consiglio Matteo Renzi con apposito lancio di uova, per la soddisfazione di Lugi De Magistris sindaco della “gggente”. Su al nord invece un referendum consultivo ha dato il via libera alla ricostruzione dell’area a ridosso della stazione finanziata dal miliardario immobiliarista austriaco René Benko, con un centro commerciale progettato dall’archistar David Chipperfield, parcheggi e mille posti di lavoro. Il risultato è stato schiacciante: il 64 per cento di “sì” in una città e in una regione che non possono certo essere accusate di non tutelare il verde.

 

Una regione inoltre, quella del Trentino, che secondo l’ultimo studio della Cgia di Mestre ha un rapporto di correttezza fiscale quasi doppio rispetto a Puglia e Basilicata, circa due volte e mezzo di Campania e Calabria, e che secondo l’Inps ha un terzo delle pensioni d’invalidità del meridione. Benko, che ha fondato a Innsbruck la holding immobiliare Signa, è una specie di giovane Berlusconi tirolese, anche lui molto pop (a Bolzano ha avuto come testimonial Niki Lauda) e un po’ inseguito da procure indaganti su reati fiscali e norme ad personam. L’accusa di un emendamento pro tycoon aveva fatto cadere la giunta Pd-Volkspartei appoggiata da Sel e Verdi, finché la Svp ed i renziani, penalizzati dall’alleanza con la sinistra-sinistra, hanno chiesto al commissario di governo di indire il referendum, così come la Lega, che da quelle parti guadagna consensi con una politica locale distante dal populismo grillino. A Bolzano, che ha meno disoccupati della Germania e servizi pubblici d’avanguardia, gli investimenti privati evidentemente non fanno schifo e non “grondano malaffare”.

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